Della RAI, e della rinuncia ad acquistare i diritti della Champion’s League
Si legge in giro della recente rinuncia, da parte della RAI, all’acquisto dei diritti televisivi per le prossime edizioni della Champion’s league.
Un vero affare! Questo li obbliga a non dover neanche più trasmettere quel vero ed unico evento che giustificava l’esistenza in vita di quella specie di simil-canale HD, tale RAI HD, a lungo chiamato RAI HD TEST (e sì, lunghi e diffilicilissimi test sono stati compiuti per l’avvento della nuova e rivoluzionaria tecnologia, anche se non si è capito quali).
Leggo che qualcuno adduce i problemi della RAI al mancato pagamento del canone da parte di una parte dei contribuenti, e suggerisce di introdurre obbligatoriamente dei decoder DVB dotati di smart-card, che ovviamente verrebbe consegnata a seguito del pagamento del canone (canone, balzello, tassa di possesso, obolo, nessuno ha ben chiaro cosa sia ed a cosa serva).
Perchè il problema dello stato comatoso di una emittente pubblica politicizzata sono gli evasori, giusto?
Certo, ora ci manca solo il decoder dvb con smart card obbligatoria, saranno felici i possessori di zapper ed i vari produttori di decoder.
Non possiamo essere come tutti gli altri paesi normali europei, dotati di BUONA tv pubblica FTA?
Altro che Champion’s… mi viene in mente il programma QUELLI CHE IL CALCIO, che di calcio ha solo il nome, pur essendo l’unica trasmissione in chiaro ad avere i diritti per la telecronaca delle partite.
Durante l’arco di tutta la trasmissione spaziano dalla presentazione di film e canzoni, a parlare di xfactor, isole, frizzi, lazzi e pernacchi vari. Niente altro.
Potremmo parlare anche della Domenica Sportiva, dove è stato fatto fuori il competente Massimo De Luca ed il simpatico Teocoli, e guarda caso è rimasta al timone l’ex-candidata-con-Santanchè Paola Ferrari, pessima conduttrice e poco competente, ed è arrivato un tristissimo Gianni Ippoliti.
Per scimmiottare le pay-tv, poi, hanno imposto ai giornalisti di gridare durante le telecronache dei servizi, COME SE fossero in diretta. Il risultato: quattro strilloni che saturano i microfoni, anche se l’azione non è emozionante.
Non parliamo di quando la qualità di audio o video è pessima, e loro nè interrompono il servizio, nè chiedono scusa.
Potremmo parlare di Don BABBEO (Don Matteo, ndr) come programma del sabato sera, da opporre al famigerato “C’è posta per te”, e del fatto che sono ormai anni (dai tempi di Fiorello) che non fanno più lo storico varietà del sabato, come hanno fatto per 50 anni.
Potremmo parlare degli attacchi INTERNI ALLA RAI, diretti agli UNICI loro programmi che generano share ed introiti che non siano quegli stramaledetti reality-isole-vari.
Potremmo parlare dei master ripresi dal cinema o con audio ovattato.
Potremmo parlare… ma che ne parliamo a fare?
Fra l’altro, la telecronaca delle loro partite di CL, al pari di come gestiscono le partite della Nazionale, è qualcosa di obrobrioso, ed è una opinione diffusa.
Una persona sana di mente non pretende di certo la BBC, che trasmette in HD, non ha pubblicità ed esporta documentari in tutto il Mondo, però, diamine, sarebbe lecito non doversi vergognare ANCHE della TV, in Italia.