Storia di Napoli - Pagina 2/2
Dai greci al terzo millennio... in un click
Urbanistica e luoghi di interesse (continua...)
La terza è l'area dove, a diversi livelli, si trovano due musei di straordinaria importanza, quello archeologico e quello allestito nel settecentesco Palazzo Reale di Capodimonte: il primo custodisce, fra l'altro, le raccolte dei reperti di Pompei ed Ercolano e la sezione di antichità della celebre Collezione Farnese; il secondo quella pittorica della stessa collezione, con capolavori di Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, Tiziano, Correggio, Parmigianino, Annibale Carracci, Pieter Bruegel.
La quarta è la zona collinare del Vomero, con il Castel Sant'Elmo (XVI secolo) e il Museo di storia e arte di San Martino, disposto nell'omonima Certosa (costruita fra il XIV e il XVII secolo).
L'ultima è quella formata dalla zona a mare di sud-ovest, con il noto rione di Santa Lucia, l'antico Castel dell'Ovo (rifatto nel XVII-XVIII secolo), la signorile riviera di Chiaia (con la parallela via Caracciolo) e le zone di Mergellina, Posillipo e Marechiaro, immortalate dai vedutisti nei secoli XVIII e XIX.
Storia
La mitica Parthenope e la più documentata Neapolis, fondate entrambe (rispettivamente nel VII e nel V secolo a.C.) dai calcidesi di Cuma, si fusero poi in un'unica città che, anche
dopo la conquista romana della Campania - completata tra la fine del IV e l'inizio
del III secolo - rimase greca per cultura e costumi.
Al centro, in età imperiale, di una fascia costiera di residenze patrizie, Napoli entrò in seguito (soprattutto
a partire dal VI secolo) nei possedimenti bizantini e a lungo ne fece parte,
come scalo mercantile, pur nelle forme (dall'VIII secolo) di governi ducali-vescovili dotati di ampie autonomie.
Nel 1139 venne presa da Ruggero II e aggregata al grande Regno di Sicilia, con il quale passò, nel 1194, agli svevi, sotto lo scettro prima di Enrico VI e poi di Federico II, fondatore nel 1224 dell'università che tutt'oggi porta il suo nome.
La conquista angioina (1266) segnò per Napoli, preferita a Palermo da Carlo I, il destino di capitale politica e culturale del Mezzogiorno d'Italia, una capitale cui lo stesso Carlo e i suoi successori diedero veste monumentale.
Il prestigio della città si rafforzò ulteriormente con gli aragonesi, che nel 1442 strapparono agli Angiò-Durazzo il Regno di Napoli e lo ressero fino al 1503, quando, coinvolto nelle guerre franco-spagnole, venne ridotto a vicereame alle dirette dipendenze della Spagna.
Il lungo periodo dei viceré spagnoli (la figura più eminente fu don Pedro de Toledo, che regnò fra
il 1532 e il 1553) aggravò le condizioni sociali di Napoli, dando origine al
fenomeno del sovraffollamento e registrando avvenimenti drammatici: l'eruzione del Vesuvio nel 1631; la rivolta del 1647 capeggiata da Masaniello; la peste e il terremoto del 1656, che determinarono demolizioni e speculazioni tali da far scrivere a Carlo Celano, nel 1692, che gli architetti in quel tempo fecero più danni che il terremoto stesso.
Occupata dagli austriaci nel 1707 (nel periodo della guerra di successione spagnola), nel 1734 la città fu assegnata con il regno a Carlo di Borbone, primo sovrano di una dinastia che, temporaneamente cacciata prima dalla Repubblica Partenopea del 1799, poi dai regni di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat (1806-1815), lo fu definitivamente nel 1860 dall'occupazione garibaldina.
Contraddittoria risultò la condizione di Napoli a partire dal Regno d'Italia: da un lato l'epidemia di colera del 1884, l'aggravamento dei problemi socio-economici ereditati dal passato, i bombardamenti aerei del 1943 e, infine,
il terremoto del 1980; dall'altro i ripetuti segni di vitalità e di rinascita
per tornare a essere la "grande, luminosa e gentil città" di cui aveva scritto Giambattista Vico.
- Abitanti napoletani: 1.046.987 (1996)
- Abitanti napoletani: 989.598 (Fonte: Istat - Ago 2014)
- Abitanti della Città Metropolitana di Napoli: 3.128.701 (Fonte: Istat - Ago 2014)